Donare il sangue ai tempi del coronavirus si può, dunque si deve.

Donazione e raccolta del sangue non sono incluse nelle misure di restrizione degli spostamenti individuali (anzi, fanno parte delle eccezioni per casi di necessità che ammettono lo spostamento fuori casa) né tra le prestazioni sanitarie tagliate o rinviate per la conversione in corso di molte risorse ospedaliere verso il contrasto al coronavirus.

In altre parole, la donazione del sangue e degli emocomponenti può e deve continuare come sempre, anzi se possibile più di sempre, perché c’è un fabbisogno giornaliero costante da soddisfare comunque che ammonta a circa 1.800 (milleottocento) persone bisognose di trasfusione.

Eppure in questo periodo si sta purtroppo registrando un rallentamento delle donazioni un po’ in tutte le regioni, solo temporaneamente e in minima parte compensato dal rinvio di interventi chirurgici programmati e procrastinabili.

Il Dr. Giancarlo Maria Liumbruno, direttore generale del Cns-Centro nazionale sangue, ha spiegato che “Si cominciano a sentire gli effetti del COVID-19 anche sulla raccolta di sangue all’interno della rete trasfusionale nazionale. L’equilibrio è sempre più precario, anche perché gli interventi non elettivi non possono essere rinviati all’infinito. Le trasfusioni sono un Livello Essenziale di Assistenza, che deve essere garantito, quindi non si possono fermare le donazioni. Il consiglio ai donatori che sono in buona salute è prenotare la donazione, telefonando prima, per evitare affollamenti degli ambulatori a loro dedicati, ma per il resto sono state prese tutte le precauzioni per evitare contagi durante la donazione”.

Una nuova circolare del Csn illustra i soli casi per i quali la donazione è sospesa per 14 giorni, e cioè perchi rientra dalla Cina, chi è stato esposto a un soggetto contagiato e chi ha avuto il virus, fermo restando che può donare solo chi ha già ottemperato all’eventuale obbligo della misura di isolamento fiduciario domiciliare.

Per il resto,come aggiunge Gianpietro Briola quale portavoce diCivis: “Le donazioni possono essere fatte in sicurezza, e le associazioni sono impegnate anche a garantire a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’applicazione delle indicazioni fornite dal Ministero della salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti”

Vengono diffuse queste raccomandazioni per donare in sicurezza al fine di evitare l’aggregazione dei donatori nei locali di attesa e, di conseguenza, consentire il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale (almeno 1 metro):
– ricorrere preferenzialmente alla chiamata-convocazione programmata dei donatori al fine di regolare il numero degli accessi; ai fini della prevenzione del fattore di rischio rappresentato dal contatto stretto con soggetto affetto da COVID-19, si rimanda alla definizione di “contatto stretto” (close contact) resa disponibile dall’ECDC e dal Ministero della Salute;
– adottare misure di triage preliminare del donatore in occasione del contatto telefonico;
– promuovere l’implementazione, presso i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta delle dipendenti reti di medicina trasfusionale, di semplici processi di triage nella fase di accoglienza dei donatori, comprendenti la misurazione estemporanea della temperatura corporea. L’attivazione del triage è finalizzata ad evitare la possibile diffusione del virus nei locali di attesa attuando una pre-selezione dei donatori. Si suggerisce il valore di 37,5°C della temperatura corporea come parametro di rinvio temporaneo del donatore;
– gestire il flusso dei donatori all’interno delle strutture sanitarie e durante tutte le fasi del percorso di donazione, in modo regolare e cadenzato.

Per l’utente donatore tutto ciò si traduce nel semplice ma accorato invito che gli rivolgiamo: vieni a donare con assoluta fiducia, anche di questi tempi!