Sangue e zanzare

Ecco alcune recenti curiosità scientifiche a proposito dell’antico rapporto tra sangue umano e zanzare. E una riguarda anche il SARS-Cov-2.

E no, non intendiamo riferirci ai classici detti – ritenuti in realtà dal punto di vista scientifico null’altro che luoghi comuni – come quello secondo cui “le zanzare pungono chi ha il sangue dolce”. Anche se quel che stiamo per riportare potrà suonare in qualche modo rassomigliante.

I neuroni – di zanzara – “luminescenti”

Un gruppo di ricerca composto da neuroscienziati dell’Howard Hughes Medical Institute e della Rockefeller University, guidati da Leslie Vosshall, ha identificato il fattore principale che orienta l’attrazione delle zanzare per il sangue umano.

Per capire meglio in cosa consista bisogna premettere che solo le zanzare femmina pungono la pelle per succhiarne il sangue e lo fanno soltanto loro perché se ne servono esclusivamente per la deposizione delle uova; mentre per le normali esigenze alimentari si nutrono degli zuccheri contenuti nel nettare dei fiori, come i maschi.

Doveva quindi pur esserci – si son detti i ricercatori – un qualche meccanismo in grado di far esercitare alla pungente bestiolina il discrimine che le occorre tra gli zuccheri del sangue e quelli dei fiori.

Ebbene, i ricercatori, servendosi di zanzare geneticamente modificate in modo da rendere fluorescenti i neuroni che si attivano in esse quando “ci assaporano”, hanno scoperto che nel loro cervello ci sono ben 4 classi diverse di cellule nervose reagenti specificamente al gusto di sostanze contenute nel sangue.

Per le sostanze testate, s’è trattato di glucosio (= zucchero), cloruro di sodio (= sale da cucina), bicarbonato di sodio (presente anch’esso nel sangue) e ATP – adenosina trifosfato, elemento energetico delle cellule.

I neuroni che si attivano risultano selettivi appunto per queste sostanze, mentre restano insensibili agli zuccheri contenuti nel nettare; inoltre reagiscono al glucosio solo quando è associato agli altri composti presenti nel sangue.

S’intravede in futuro la possibilità di mettere a punto farmaci in grado di cambiare la percezione del gusto di questi insetti nei confronti dei componenti del nostro sangue, rendendoglieli meno appetibili ed eliminando così la loro capacità di fare da vettori a varie gravi malattie infettive (malaria, dengue, febbre gialla ecc), responsabili oggi di oltre mezzo milione di decessi all’anno nel mondo.

Zanzare e gruppi sanguigni

Un altro studio, più di carattere statistico, ha inoltre stabilito le percentuali di casi in cui le zanzare pungono di preferenza le persone di certi gruppi sanguigni piuttosto che quelle di altri. In particolare, le zanzare del genere Anopheles gambiae (vettore della malaria) e l’Aedes albopictus (la famosa “tigre”) prediligono di gran lunga il gruppo 0: fino al doppio delle volte – a parità di condizioni – di quanto pungano chi è di gruppo sanguigno A, rispettivamente l’83% contro il 46,5%. Mentre il gruppo B si attesta intorno a metà classifica. Ma c’è di più: l’85% circa degli esseri umani produce ed emette in via naturale una sostanza chimica che tramite l’odore della pelle segnala alle zanzare il proprio gruppo sanguigno. Ebbene le zanzare sembrano prediligere proprio questi “auto-segnalatori” piuttosto che i loro simili non segnalanti, e ciò a prescindere dal gruppo sanguigno d’appartenenza.

COVID19 può trasmettersi nel sangue con le zanzare?

Infine c’è qualcosa di molto importante anche riguardo alla COVID19: due gruppi di ricerca indipendenti uno dall’altro, rispettivamente dell’ “ISS – Istituto Superiore di Sanità” e dell’ “IzsVe – Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie”, partendo da criteri sperimentali simili per uniformare il protocollo d’indagine e renderlo così più efficace nel procedimento e affidabile negli esiti finali, hanno accertato per confronto lo stesso risultato e cioè che non è possibile la trasmissione del coronavirus SARS-Cov-2 mediante le zanzare. In particolare, né la già menzionata Aedes albopticus (la “tigre”) né la Culex pipiens (zanzara “comune”) hanno la cosiddetta “competenza vettoriale”, cioè la capacità di trasmettere l’agente patogeno della COVID19 tramite le punture interumane. Questo perché il virus eventualmente contenuto nel pasto di sangue di questi insetti resta nel loro intestino, non riuscendo ad attraversarne la parete per potersi diffondere nel loro organismo e quindi ripassare a un altro umano attraverso la successiva puntura. In pratica, viene “digerito” completamente dall’insetto fino a scomparire, e oltretutto l’artropode non punge un’altra volta finché la digestione del pasto precedente non s’è conclusa del tutto.

Ma perché allora – direte voi – pareva logico supporre questa eventualità di trasmissione, visto che altri virus e patogeni (come quelli già ricordati sopra) si trasmettono proprio attraverso le punture di zanzare e quindi il sangue?   

«È una questione di adattamenti evolutivi spiega in un’intervista Fabrizio Montarsi, biologo del laboratorio di parassitologia dell’IzsVe e coautore dello studio – I coronavirus, così come il virus dell’influenza, si sono evoluti per trasmettersi attraverso aerosol; altri, invece, hanno “scelto” un vettore diverso. È per questa ragione che già si sospettava che le zanzare non potessero trasmettere il coronavirus; tuttavia c’era bisogno di una prova sperimentale per confermarlo con certezza. I virus e gli altri patogeni che si trasmettono con le zanzare hanno la capacità di superare la barriera intestinale durante la digestione e di diffondersi successivamente in tutto il corpo, arrivando anche alle ghiandole salivari, da cui poi raggiungono un nuovo ospite tramite la puntura. Sars-Cov-2 invece non riesce a superare questa barriera e resta “confinato” nell’intestino dell’insetto, fino a scomparire del tutto a digestione ultimata». (Romano Barluzzi)

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