Appelli sul sangue su Whatsapp, NON FATE GIRARE

“Giralo per favore. Bimbo di 18 mesi necessita di sangue Gruppo B Positivo per Leucemia fulminante Tel. XXXX FAI GIRARE LA MAIL E’ URGENTE E IMPORTANTE SE LA FERMI SEI UN MOSTRO”. Questo testo che gira in varie versioni dal lontano 2007, prima tramite email e Facebook, più recentemente su Whatsapp, è un classico esempio di fake news diffusa tramite catena di Sant’Antonio.

L’origine della bufala

La bufala in questione, che prendeva spunto dal caso vero di un piccolo paziente ricoverato, oltre dieci anni fa, al Meyer di Firenze riuscì a propagarsi così tanto che l’Ospedale fu costretto a diramare un comunicato specificando che godeva di una riserva di sacche di sangue più che sufficienti per la terapia del bimbo. Caso chiuso? Ovviamente no, e la bufala, alimentata da ignoti, ha continuato a girare sui telefoni e i computer di tutta Italia per oltre un decennio, cambiando ogni tanto il nome dei protagonisti o sostituendo la l’azienda ospedaliera di riferimento.

Come riconoscere la bufala

Riconoscere una fake news arrivata tramite catena di Sant’Antonio è più semplice di quanto non sembri. Spesso invitano a recarsi in un ospedale e a donare per una persona specifica, pratica per altro vietata per legge. Non esistono donazioni di sangue dedicate, salvo forse in alcuni casi limite e solo in presenza di pazienti che necessitano di trasfusioni di sangue di gruppi così rari da rendere necessaria spesso una ricerca internazionale di donatori. Altre volte le bufale fanno riferimento a malattie che per la cui terapia non è previsto l’utilizzo di trasfusioni. Ci sono casi in cui si fa riferimento a dei casi di cronaca, spesso lontani nel tempo. Nel qual caso basterà una semplice verifica sui siti online di informazione per verificare la falsità delle notizie riportate.

Il Sistema delle compensazioni

In ogni caso tenete presente che il sistema in Italia è studiato in modo che, se una struttura si trovasse a corto di un particolare tipo di sangue, potrebbe chiederlo ad altre strutture tramite le cosiddette procedure di compensazione, che si attivano prima a livello regionale e poi interregionale.

In caso di vera emergenza

Se si arrivasse, per assurdo, alla necessità di dover davvero appellarsi alla popolazione dei donatori per donare il sangue comunque tale appello non avverrebbe tramite catena di Sant’Antonio. Ma sarebbe premura dei singoli servizi trasfusionali o delle associazioni di volontari di contattare i loro donatori abituali invitandoli a donare al più presto.

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